La contaminazione dell’ambiente ospedaliero, soprattutto delle superfici vicine al paziente che vengono toccate frequentemente, rappresenta un fattore importante nella trasmissione di microrganismi potenzialmente patogeni ai pazienti. La sanificazione ambientale, assieme alla corretta igiene delle mani, alle precauzioni di isolamento e alle buone pratiche nell’esecuzione di procedure invasive, rappresenta uno dei pilastri della prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza.
Il 24 giugno 2019, la professoressa Caselli, ricercatrice presso il Dipartimento di medicina sperimentale e diagnostica e componente del Consiglio direttivo del Centro ricerche interdipartimentale dell’Università di Ferrara (Cias) è intervenuta al convegno “Sanificazione e disinfezione nelle strutture sanitarie” presso la Regione Emilia Romagna.
Durante il suo intervento ha illustrato i risultati della ricerca multicentrica SAN ICA sul sistema di sanificazione e igiene PCHS ponendo l’accento sui numeri: -52% le infezioni correlate all’assistenza nei reparti di degenza ospedalieri trattati con il sistema PCHS. Ma non solo. I numeri a supporto degli evidenti vantaggi dell’utilizzo di questo innovativo sistema di sanificazione sono molti, compresi i risparmi sui costi per il sistema Sanità.
Negli ultimi anni sono state proposte metodiche innovative, ma è anche emersa con sempre maggiore evidenza l’esigenza di un governo attento della sanificazione attraverso la definizione, applicazione e monitoraggio continuo delle procedure di pulizia e disinfezione ambientale. Il Sistema PCHS si distingue per un approccio innovativo in cui il monitoraggio microbiologico delle superfici assicura gli standard di igiene proposti dalle LLGG.